Barriere architettoniche: come si possono eliminare
Le barriere architettoniche sono ostacoli fisici e strutturali che possono impedire alle persone con disabilità di godere pienamente della loro autonomia, partecipare attivamente nella società e avere accesso a servizi ed opportunità. Queste barriere non solo limitano la mobilità, ma possono anche isolare e escludere le persone con disabilità. In questo articolo esploreremo cosa si intende per barriere architettoniche, il loro impatto sulla vita quotidiana delle persone con disabilità e l’importanza di rimuoverle per promuovere l’inclusione e l’uguaglianza.
Cosa sono le barriere architettoniche
Le barriere architettoniche sono ostacoli di natura fisica, strutturale o tecnologica che rendono difficile o impossibile l’accesso o l’uso di determinati spazi, edifici, mezzi di trasporto o servizi da parte delle persone con disabilità. Queste barriere possono manifestarsi in varie forme, tra cui:
- Fisiche. Queste includono scalini, porte strette, pavimentazioni irregolari, ascensori non funzionanti o l’assenza di rampe per carrozzine.
- Sensoriali. Le persone con disabilità sensoriali, come quelle con problemi di udito o vista, possono incontrare difficoltà a comunicare o a ricevere informazioni quando non vengono forniti supporti come segnali acustici, testi in braille o interpreti.
- Comunicative. La mancanza di servizi di traduzione, interpretariato o comunicazione alternativa può ostacolare la comunicazione per le persone con disabilità. Queste infatti utilizzano lingue diverse o modalità di comunicazione non verbale.
- Tecnologiche. L’accesso alle tecnologie digitali e ai dispositivi informatici può essere limitato se non sono progettati considerando l’accessibilità, ad esempio, attraverso l’uso di software di lettura dello schermo o tastiere speciali.
- Sociali. Queste barriere emergono da atteggiamenti discriminatori, stereotipi o pregiudizi che possono influenzare negativamente l’interazione e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.
L’impatto delle barriere architettoniche
Le barriere architettoniche hanno un impatto significativo sulla vita delle persone con disabilità, limitando la loro accessibilità a servizi essenziali come l’istruzione, l’occupazione, la salute e il trasporto. Queste barriere spesso contribuiscono a una maggiore isolamento sociale e a una riduzione dell’autostima. Ad esempio, le persone con mobilità limitata possono trovare difficile muoversi liberamente a causa di edifici senza rampe o ascensori. Queste infatti rendono inaccessibili i piani superiori agli utenti di carrozzine. L’incapacità di accedere a luoghi pubblici e di partecipare a eventi sociali può isolare le persone con disabilità, ostacolando la costruzione di relazioni e l’inclusione sociale. Inoltre, l’accesso limitato all’istruzione, al lavoro e ai servizi di salute può limitare le opportunità di crescita personale e professionale delle persone con disabilità. Queste barriere architettoniche possono anche avere effetti negativi sulla salute mentale, causando stress e ansia.
Pertanto, la rimozione delle barriere architettoniche è fondamentale per promuovere l’inclusione e l’uguaglianza delle persone con disabilità. Un ambiente accessibile offre accesso equo a edifici, servizi e opportunità a tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità. In questo modo, migliora la loro qualità di vita e consente di partecipare pienamente alla società. Inoltre, la conformità legale è importante, poiché molte giurisdizioni hanno leggi che richiedono l’accessibilità agli edifici pubblici e ai servizi, con sanzioni legali per la non conformità. La rimozione delle barriere architettoniche promuove l’uguaglianza, il rispetto dei diritti umani e la diversità.
Barriere architettoniche e agevolazioni fiscali 2024
L’ONU ha riconosciuto il problema dell’accessibilità limitata nelle strade e negli ambienti abitativi, sottolineando l’urgenza di eliminare queste barriere. Nonostante ci siano leggi per prevenirle, la loro piena applicazione non è ancora diffusa. Il governo italiano ha introdotto il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, esteso fino al 2025. Questo incentivo consente l’installazione di ascensori per disabili e altri dispositivi nelle unità immobiliari, offrendo soluzioni pratiche e funzionali.
Anche le abitazioni o le strutture datate possono ora essere modificate per accogliere ascensori o montascale grazie a questo bonus. Propone detrazioni fiscali su spese suddivise in cinque o dieci anni, in base ai casi, grazie a un decreto legge del 2022 prorogato fino al 2025. Il bonus mira ad agevolare coloro che intendono eliminare ostacoli in strutture abitative in cui vivono persone con disabilità che hanno urgenza di accessi differenti.
Massimali di spesa per il bonus
Dal punto di vista dei massimali, in base all’articolo 119-ter del Decreto Legge n. 34/2020, sono previsti importi massimi detraibili definiti e specifici. Per gli edifici unifamiliari o per altre unità immobiliari indipendenti con almeno un accesso esterno, è possibile detrarre fino a 50.000 euro. Tuttavia, la circolare 17/E del 2023 ha chiarito che l’agevolazione può essere concessa anche per interventi edili su singole unità immobiliari non indipendenti, come ad esempio un appartamento in un condominio, purché l’importo detraibile non superi i 50.000 euro.
Per gli edifici che comprendono da due fino a otto appartamenti è possibile detrarre fino a 40.000 euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari. Invece, per gli edifici con più di otto abitazioni, la detrazione massima è di 30.000 euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari. Ad esempio, se ci sono 16 unità abitative, il limite di spesa detraibile sarà di 560.000 euro, ovvero 40.000 euro per 8 unità (320.000 euro) e 30.000 euro per le restanti 8 unità (240.000 euro). Il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche viene distribuito in cinque rate annuali. Al fine di agevolare i contribuenti che intendono utilizzare altri crediti fiscali per le spese sostenute nel 2022 durante questo periodo, è stata stabilita la possibilità di estendere la suddivisione fino a un massimo di dieci anni, in conformità con la legge 38/2023.
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